Professione Musicista

Corrado Paonessa Musicista
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Sempre più ragazzi decidono di intraprendere la professione del musicista, cosa è utile sapere prima di “lanciarsi”.
L’amore e la passione per la musica devono essere la principale motivazione, in quanto le ore che bisogna spendere sono davvero tantissime e non si smette mai di approfondire, per tutta la vita.
I macro-argomenti sono principalmente tre: la teoria, la tecnica, la pratica, tuttavia c’è un quarto argomento che ne raccoglie vari: creatività, interplay, capacità di relazionare con gli altri, intuizione, emotività, comunicatività, gestione del corpo, immaginazione, volontà di migliorarsi, capacità di ascolto, utilizzo della tecnologia, gestione manageriale, professionalità, (…).
Fortunatamente oggi, per ognuno di questi argomenti, esiste una metodologia in grado di affrontare e risolvere ogni questione. Il percorso quindi è molto lungo ed articolato e non si può ridurre al solo approccio didattico scolastico del liceo musicale o del conservatorio. Queste istituzioni infatti, spesso e volentieri, applicano programmi che sono obsoleti e non adatti ad un inserimento professionale attuale. Quasi sempre il percorso didattico “ufficiale” non corrisponde ad un inserimento lavorativo professionale, se non quello che punta dritto all’insegnamento nelle scuole medie o nei licei (solo per chi fa un percorso classico). Quindi se scelgo una scuola pubblica come un liceo musicale o un conservatorio, avrò un titolo, ma non necessariamente una preparazione adeguata al mondo del lavoro. Ecco perché quasi tutti dopo il diploma accademico, si dedicano all’insegnamento nelle scuole medie o nei licei, pur non avendo nessuna conoscenza pratica della professione del musicista, aggravando ancora di più la situazione didattica. Paradossalmente un autodidatta che approfondisce su metodologia moderna, ha molte più chance lavorative di colui che fa un percorso tradizionale. La comunità europea ci ha già più volte bacchettato sui programmi adottati e invitato i licei musicali ad aggiornare i programmi ma, le resistenze all’insegnamento di materie più moderne sono molto alte e variano da regione a regione, in Campania (2018) ancora c’è l’idea che l’unico percorso possibile per gli alunni sia quello classico. A Napoli l’offerta musicale è varia e di buona qualità, come esperto, da anni assisto al c.d. “ il doppio chiodo” ovverosia studiare privatamente e prendere il titolo accademico o seguire un percorso universitario integrativo per puntare alla qualità massima. Il lavoro del musicista oggi implica conoscenze relative all’arrangiamento, alla composizione e alla produzione musicale nei suoi molteplici aspetti, come Presidente di una Associazione musicale “Music Instinct”, indico ai giovani di verificare, chiedendo, il curriculum dei vostri insegnanti o fate una ricerca approfondita in internet. Visionate i programmi. Molto importante è la durata dei corsi e un test qualitativo che deve essere fatto ogni tre mesi. Vi saluto con Confucio, per lo studio della musica è basilare: “se ascolto dimentico, se vedo ricordo, se faccio capisco”