L’arte è comunicazione di anime, Anna Varriale pittrice

La sensazione che si ha ammirando i dipinti di Anna Varriale è che hanno un anima. La Natività, un quadro realizzato quest’anno, emana vibrazioni che rapiscono, emozionano oltre una semplice tela dipinta.

Anna la tua passione per la pittura nasce da bambina?
Assolutamente no. Avevo ventidue anni quando ho iniziato a dipingere. Fu una persona a me molto vicina che, vedendo un mio disegno, mi spinse a proseguire su questa strada regalandomi tutto il necessario per dipingere, cavalletti inclusi.

Quali sono i tuoi soggetti preferiti?
Non prediligo soggetti particolari. Mi piace spaziare; dipingo tutto ciò che mi colpisce e mi piace, dai paesaggi alle nature morte.

So che nella tua vita artistica per un lungo periodo non hai più dipinto, solo da un po’ hai ripreso?
Si, per molto tempo ho abbandonato la pittura.

Per quale motivo?
Non credevo in me in quanto, essendo autodidatta, non avendo fatto studi d’arte, mi sentivo un pesce fuor d’acqua. A questa mia insicurezza si sono aggiunte problematica esistenziali che mi hanno spinta ad abbandonare la pittura. Solo da qualche anno ho ricominciato a dipingere.

I tuoi quadri hanno una vaga impronta fotografica, sbaglio?
Sì, mi piace ritrarre dal vivo senza alterare la realtà. Se dovessi darmi una collocazione stilistica, mi definirei impressionista.

Quali sono i tuoi riferimenti artistici? A quali pittori ti rifai?
Da giovane ero attratta dalla pittura classica. In particolare mi piacevano Caravaggio, Rembrandt, nonché i pittori del 400/500. Conto di ritornarci. Al momento sono in una fase di sperimentazione.

Caravaggio e Rembrandt erano pittori che lavoravano molto col chiaro/scuro mentre i tuoi quadri sono pieni di luce…
Adesso sì! Ecco perché ho detto che sto sperimentando. Mi sto approcciando anche a un altro tipo di pittura.

Si dice che i vari periodi che caratterizzano lo sviluppo artistico di un pittore sarebbero conseguenza delle variazioni del suoi stati d’animo. Questo tuo periodo di luminosità artistica potrebbe essere conseguenza di un momento di serenità interiore che stai attualmente attraversando?
Non saprei. Ripeto, sono in una fase di sperimentazione. Tuttavia, se la vogliamo mettere così, diciamo che questo momento di luminosità rappresenta una mia rinascita interiore. Prima i miei quadri erano poveri di luce, probabilmente perché artisticamente non avevo il coraggio di manifestare tutto ciò che avrei voluto mettere su tela.

Oltre a esporre qui a Pozzuoli sulle Rampe Causa, hai già esposto altrove?
Sì, il 24 novembre in una galleria a Via Merliani.

A livello di soddisfazioni la pittura ti gratifica solo moralmente oppure anche in altri termini?
Al momento artisticamente sono alla ricerca di un riscontro che attestasse finalmente il mio effettivo valore di pittrice. Già quello sarebbe tanto.

Come artista sei “libera” o fai parte di un’associazione?
Pur essendo indipendente, mi sono iscritta all’associazione di artisti puteolani Terra di Pozzuoli coordinata dal pittore Nino D’amore.

Non vivendo d’arte, come fai a conciliare la tua passione per la pittura con il lavoro?
Con fatica. Ma ci riesco. Per spostarmi durante un evento con i miei quadri, non avendo nessuno accanto, mi organizzo da sola. Come lavoro faccio la dama di compagnia. Di notte lavoro, di giorno ho tempo per dipingere. Quando c’è la passione a sostenerti, non esista ostacolo che possa fermarti!

Pensi che davvero, come qualcuno sostiene, l’arte possa salvare l’umanità?
Sì, assolutamente! L’arte è un rifugio e uno sfogo per la fantasia. Penso che chiunque riesca a manifestare le proprie fantasie attraverso l’arte, sotto qualunque forma la esprima, può trasmettere un messaggio positivo per la società. L’arte è comunicazione di anime! Oggi purtroppo la gente comunica senza riflettere, ripetendo come un mantra quello che sente dire in televisione o legge sui giornali. L’arte invece obbliga a riflettere, dunque impone di far funzionare il cervello e il cuore sia dell’artista che dello spettatore. Ecco perché penso che possa salvare l’umanità!

 

Vincenzo Giarritiello