Vincenzo Giarritiello al convegno Pozzuoli è Memoria – MMN (Museo del Mare di Napoli) organizzato dall’associazione Lux In Fabula di Claudio Correale.

Pubblichiamo integralmente l’intervento dello nostro collaboratore Vincenzo Giarritiello al convegno POZZUOLI E’ MEMORIA svoltosi giovedì 4 aprile al MMN (Museo del Mare di Napoli) organizzato dall’associazione Lux In Fabula di Claudio Correale.

Da ragazzino mi piaceva molto ascoltare le storie risalenti all’epoca della seconda guerra mondiale. In particolare mi piacevano quelle in cui si narrava di persone che avessero fatto qualcosa di speciale, ma di cui si era persa ogni traccia, le quali mi diventavano familiari grazie alla potenza affabulatrice dei narratori, quasi sempre i nonni. Pur conoscendole a memoria quelle storie, non appena mi si presentava l’occasione, chiedevo di raccontarmele di nuovo. Se mi si rispondeva “ma già la conosci”, replicavo, “mi piace, voglio sentirla ancora”.

Negli anni ho maturato la convinzione che ogni individuo, per quanto umile fosse la sua condizione sociale, ha un’interessante storia personale da raccontare. L’importante è trovare chi sappia raccontarla e il mezzo per diffonderla.

In virtù di ciò, quando Carla De Ciampis e Fulvio Mastroianni mi proposero di collaborare con “Comunicare Senza Frontiere”, il loro sito web, accettai a patto che mi fosse concessa l’opportunità di dare voce non solo a persone di un certo spessore culturale e sociale, ma anche a quelle comuni. Fu così che mi inventai il ciclo di interviste che va ormai avanti da quasi un anno, durante il quale ho intervistato non solo artisti di professione tipo gli scrittori Davide Morganti e Nando Vitali, i registi Maria Di Razza e Sandro Dionisi, il cantautore Nicola Dragotto, la geologa Ann Pizzorusso autrice di TWITTANDO DA VINCI, una sorta di Codice Da Vinci in chiave scientifica, Gaetano Bonelli fondatore e curatore del Museo di Napoli, il maestro d’arte Antonio Isabettini e Rosario Mattera, questi ultimi entrambi al nostro tavolo questa sera, solo per citarne alcuni senza far torto a tutti gli altri, ma anche a chi si diletta artisticamente o è impegnato nel volontariato, il cui operato passa sotto traccia perché non riesce a trovare i canali giusti che gli garantiscono la meritata visibilità e dunque la possibilità di lasciare nel tempo un’impronta di ciò che ha fatto al di là delle contingenze quotidiane.

Questo fu uno dei motivi per cui con Claudio Correale e Enzo Di Bonito decidemmo di dar vita alla rassegna QUATTRO CHIACCHIERE CON L’AUTORE. A essa hanno partecipato persone che svolgono tutt’altra professione per vivere, ma sono accomunate dalla passione per l’arte a trecentosessanta gradi. Si va da chi ama scrivere a chi dipinge, a chi fotografa, a chi si preoccupa di mettere in risalto aspetti storici del territorio ignoti ai più. È il caso di Aldo Cherillo che tenne un’interessantissima conferenza sul lago d’Agnano prosciugato pochi anni dopo l’unità di Italia, ma la cui esistenza è tutt’oggi testimoniata dallo sbocco a mare presso il Dazio di Bagnoli di un rigagnolo di acqua termale che per oltre un chilometro scorre sottoterra in un canale artificiale proveniente dalle terme di Agnano, inglobando lungo il suo percorso gli scarichi di molti edifici abusivi sorti negli anni, traducendosi in fogna, affogando la storia nella…

Poiché due più due fa quattro, approfittando della mia collaborazione con Comunicare Senza Frontiere, mi assunsi l’impegno di tenere una cronaca completa della rassegna, evento per evento, senza escludere di intervistare qualcuno dei protagonisti.

In breve ciò si sta rivelando di un’efficacia straordinaria per garantire visibilità ai partecipanti grazie alla condivisione attraverso i vari social, Facebook in primis, degli articoli e delle interviste fatti da me.

Contrariamente a quanto si pensa, i vituperati social non sono esclusivamente strumenti da aborrire a prescindere in quanto si prestano a un utilizzo sconsiderato, spesso criminale, da parte di molti frequentatori. Come qualsiasi strumento, la loro funzione è neutrale. A determinarne la “tendenza”, è sempre chi se ne serve.

È per me motivo di gioia, dopo aver pubblicato e condiviso un pezzo, essere contatto dai diretti interessati per ringraziarmi. La felicità che percepisco nella loro voce o la gioia che traspare dai loro sguardi mi ripagano ampiamente dell’impegno profuso nell’offrirgli una piccola vetrina.

Ancora oggi tante persone guardano con sufficienza o addirittura con scherno chi si adopera culturalmente, definendolo un illuso o addirittura un fallito. In pochi immaginano quanta fatica costi scrivere un raccontino di mezza pagina o una breve poesia che abbiano un senso. Pochi sono in grado di apprezzare l’impegno di chi dipinge o di chi fotografa. Oppure la tenacia e la pazienza di chi fa ricerche al fine di riportare alla luce e tenere viva la storia del territorio.

Il lavoro che sto svolgendo lo considero una sorta di archivio in cui raccolgo gli articoli e le interviste sia in rete che su carta, riproponendoli integralmente sul mio blog e stampandoli per poi conservarli in faldoni, affinché non vadano dispersi e dimenticati.

Il lavoro sinergico con Lux In fabula e Comunicare Senza Frontiere è finalizzato non solo a far conoscere e dare voce a quanti a livello amatoriale si impegnano artisticamente e culturalmente, ma anche a lasciare nel tempo una testimonianza tangibile del loro lavoro.

Entrando nel merito del valore artistico dei protagonisti, personalmente mai stroncherò chi pratica l’arte per puro diletto seppure fosse evidente che non è portato: praticandola a mia volta, so bene quanto valore abbiano il sostegno e l’incoraggiamento morale degli altri quando si decide di rendere pubbliche le proprie creazioni.

È vero, fare cultura è una cosa seria, e sicuramente c’è chi, pur non avendo un particolare talento artistico, si ostina a voler praticare l’arte a ogni costo in quanto facendolo trova una ragione di vita. Stroncare senza “se” e senza “ma” lo ritengo privare una persona della fiducia in se stessa, della speranza e della dignità, rischiando di gettarla in un baratro senza fondo da cui difficilmente risalirà.

A chi non ha le qualità necessarie per essere un nuovo Picasso, un nuovo Dante o un nuovo Henri Cartier-Bresson non si deve mai dire “lassa sta’, nun è arta toia!”. Bisogna invece spronarlo, dicendogli “bravo, si vede che hai talento. Affinalo con lo studio e con la pratica e vedrai che alla lunga anche tu otterrai dei buoni risultati!”.

Ovviamente così facendo si corre anche il rischio di imbattersi in chi invece pensa d’essere un novello Michelangelo o D’Annunzio, e, se solo ti permettessi di dargli dei consigli o di fargli delle annotazioni garbate per aiutarlo a crescere artisticamente, ti guarderà risentito dall’alto in basso come se tu non capissi a quale genio ti trovi davanti.

Chi si impegna con umiltà nel fare qualcosa di costruttivo per sé e per gli altri, a mio avviso va sostenuto sempre. Non gli si devono mai tarpare le ali, seppure vola basso. Offrirgli un supporto che gli garantisca di lasciare una traccia nel tempo di sé credo possa incentivarlo a coltivare e ad affinare il talento e, dunque, ad alimentare propria la crescita interiore perché diventi una persona migliore.

Nell’epoca attuale in cui c’è sovrabbondanza di mezzi di comunicazione, è paradossale che si dia spazio sempre ai soliti “noti”. Metterne qualcuno a disposizione anche degli “sconosciuti” affinché ci si possa ricordare di loro e di ciò che fecero, credo debba essere un dovere della società multimediale qual è la nostra.

Dare voce e visibilità a chi non riesce a ottenerle è ciò che cerchiamo di fare con questo nostro lavoro.

Speriamo di riuscirci!