Il Teatro Per Superare L’individualismo

 

 

 

 

 

 

 

UN PROGETTO CONDIVISO DOVREBBE NECESSARIAMENTE PORTARE AD UN RECIPROCO INTERSCAMBIO DI FORZE ARRICCHENDO LE PARTI DI UN ULTERIORE SENTIRE E CONCEPIRE.
UN SOSTENERE LE ALTRUI PROSPETTIVE  PER ARRICCHIRE LA PROPRIA.

IL TEATRO È INNANZITUTTO TERAPIA D’INSIEME, IL FAR PREVALERE IL TU SULL’IO, IL PARTIRE DALLA PRIVAZIONE EGOISTICA ED AUTODECLAMANTE, PER VEDER TUTELATO IL NOI. PURTROPPO,  OGGIGIORNO, SI IGNORANO LE ORIGINI DEL TEATRO, QUELLE GRECHE, DOVE IL CORO, PROTAGONISTA INDISCUSSO, PARLAVA AL POPOLO E PER IL
POPOLO, SENZA IL QUALE, IL PARLARE SAREBBE STATO SUPERFLUO ED INEFFICACE, UNA SEMPLICE  ESPERIENZA ED ESERCIZIO DEL VERBO. IL CORO COMUNICA UN MESSAGGIO GENERALE ED ASTRATTO, DOVE, PASSANDO ATTRAVERSO LA
CONSUETUDINE, DIVENTA LEGGE CONDIVISA CONSCIAMENTE. DA GIURISTA E DA STUDIOSA
DI TRAGEDIA GRECA, NON POSSO, PER ONESTÀ INTELLETTUALE, NEGARE QUESTO PROFONDO LEGAME TRA L’IO E IL NOI, IN OGNI ASPETTO DELLA VITA, TEATRALE E NON, AMMESSO CHE LA
STESSA ESISTENZA NON SIA DI PER SÉ UN GRANDE PALCOSCENICO, SUPERARE L’IO PER VIAGGIARE ATTRAVERSO GLI ALTRI, ARRICCHIRSI DELL’ALTRUI
ESPERIENZA, PER ARRICCHIRE L’ALTRO DELLA PROPRIA. TENDENZIALMENTE È UN DIFFICILE ESERCIZIO DELLA MENTE, PER CHI SALE SULLE SACRE TAVOLE IGNORANDO LE RADICI DI QUESTA
ARTE TANTO SENSIBILE, QUANTO DEMOCRATICA, IN QUANTO CONSENTE AD OGNUNO DI ESPRIMERE
ANCHE IL NON SAPERE. I GRECI AVEVANO DETTO GIÀ TUTTO. IL MONDO MODERNO HA APPRESO POCO.
ELISABETTA MERCADANTE