Uscito nuovo singolo dei “TheRivati”, Trent’anni

Trent’anni è il titolo del nuovo singolo dei TheRivati, una canzone che racconta i vizi e le cattive abitudini di un trentenne. Fortemente autobiografico (tutti gli elementi della band hanno più di trent’anni), il pezzo è uno sfogo sugli anni che passano e sui primi sentori di “vecchiaia” (“Trent’anni non sono pochi se li vedi da questo lato”).

Raffaele, protagonista della canzone, è un ragazzo di provincia che vive tra il rifiuto di invecchiare e la morale della gente del paese che lo vorrebbe già adulto, nel frattempo continua ad ubriacarsi e fare serata come “dieci anni fa”, (“voi che parlate, ma che volete da me, non vi arrendete, ma io so cadere”).

La musica che accompagna il testo è puro groove, gli strumenti dialogano e si incastrano ritmicamente. Nel ritornello, invece, si distendono per una riflessione più malinconica e melodica.

Il video, in perfetto stile TheRivati, è una critica a YouTube e parte come se fosse un normale videoclip ma lo schermo si riduce improvvisamente e si scopre la piattaforma multimediale. La pagina scende in basso e il video sparisce per lasciare il posto ai commenti degli utenti, come a sottolineare l’importanza di tutto il resto rispetto alla musica.

Proprio al centro del video c’è una nuova brusca interruzione, ma questa volta anche la canzone si interrompe per fare spazio a una pubblicità anni ’90 di un lassativo. Con molta autoiroina, ancora una volta, i TheRivati spostano l’attenzione dal brano alla futilità e criticano le pubblicità che distolgono l’attenzione dall’arte.

Il video riparte ma solo fino al ritornello in cui salta la connessione e quindi le immagini.

Il video fa parte di NON C’é UN CAZZO DA RIDERE (la serie). Un progetto audio/video iniziato a Settembre 2018 e che si concluderà con l’uscita del nuovo album: NON C’è UN CAZZO DA RIDERE (l’album) a Marzo del 2019.

La copertina del singolo, disponibile su tutti gli store digitali, è stata realizzata ancora una volta dall’artista Gesus Teisseyre e riprende l’immaginario della black music anni ’70, quasi a confermare il forte legame della band con il genere afroamericano.

 

Manuela Ragucci