L’Asprinio di Aversa, il vino ideale per la pizza

Spieghiamo, innanzitutto, perché gli italiani, e i napoletani in particolare, presero l’abitudine di bere la birra sulla pizza.

Fino agli anni ’70, per un perdurare di leggi fasciste, le pizzerie italiane non potevano somministrare, nei loro esercizi, bevande alcoliche con un tasso di alcol superiore agli 8°.

Per cui, ai titolari delle pizzerie non restava che offrire birra (o, peggio ancora, coca-cola) ai clienti che si accomodavano nei loro locali e che chiedevano una bevanda fresca e dissetante per accompagnare le margherite, le marinare, i ripieni al forno e/o fritti, e tutte le altre varietà della famosa specialità napoletana che si inforna o si frigge.

Quindi, checché se ne pensi, la birra sulla pizza fu imposta dalle circostanze legislative e non dalla autentica tradizione gastronomica italiana e/o napoletana, perché il vero accompagnatore nazional-popolare e peninsulare delle pizze resta sempre lui: il vino.

La birra, inoltre, contiene lieviti di fermentazione che abbinandosi a quelli della pizza, specialmente se quest’ultima non è ben lievitata con lievitazioni opportunamente prolungate, rendono difficile la digestione.

Ovviamente, i migliori pizzaioli stanno trovando soluzioni a questa difficoltà, facendo lievitare gli impasti anche per 72 ore, utilizzando lieviti madri, e servendo birre artigianali di qualità superiore a quelle industriali, che conservano pochi residui di lieviti e contengono scarsa anidride carbonica che ha l’inconveniente di gonfiare lo stomaco e di rallentare la digestione.

Ma torniamo al vino.
A Napoli, abbiamo la fortuna di avere un vino che si abbina benissimo alle pizze: l’Asprinio di Aversa, che è particolarmente indicato per le pizze fritte della tradizione partenopea per le sue note di freschezza, dovute alla acidità e anche per i suoi residui carbonici che lo rendono appena appena frizzante; o per le sue bollicine quando è servito nella versione spumante brut.

Alessandro Dumas padre, che soggiornò per lunghissimo tempo a Napoli, lo elesse, nel suo libro intitolato “Il corricolo”, vino ideale per la pizza, sostenendo con convinzione che fosse “l’unico vino capace di andare bene con la pizza e con gli spaghetti”.

Anche il grande Luigi Veronelli rimase affascinato dall’Asprinio di Aversa, definendolo un vino “eccezionalmente buono ed emozionante”, e rammaricandosi di non poterlo ritrovare dalle sue parti.

In conclusione, possiamo affermare che, per rispettare la vera tradizione napoletana, la pizza fritta e i fritti di pizzeria (panzarotti, palle di riso, paste cresciute, scagliuozzi e sciurilli in pastella), l’Asprinio di Aversa è l’accompagnatore più indicato. E anche sulla Margherita ci sta bene, non fosse altro che per replicare un altro abbinamento tipico napoletano: quello di bere l’Asprinio di Aversa sulla Mozzarella di Aversa (in questo caso, la mozzarella di bufala che farcisce la Margherita).

Per le altre pizze al forno, possiamo ricorrere a un altro classico napoletano dell’abbinamento vino/pizza: al famoso Gragnano. Ma di questo vino ne scriveremo in un altro articolo.

 

Pasquale Nusco