“Non avrò scampo” l’ultimo giallo di Vito Ferrone. Nel mirino il mondo della Fisica medica e della lotta ai tumori

“Non avrò scampo – La seconda indagine dell’ispettrice de Asmundiis” l’ultimo romanzo di Vito Ferrone edito da Apeiron è in libreria e sui maggiori bookshop online.

Giallo avvincente di 270 pagine (euro 14,50) con una trama che tiene col fiato sospeso fino all’ultimo rigo. Appassionante, dal ritmo serrato, il libro accompagna il lettore tra le vie di Napoli e lo pone di fronte a un difficile enigma da sciogliere.

Maria Camilla è tornata nel suo commissariato. Immediatamente si trova alle prese con un omicidio. Un fisico nucleare morto ammazzato nella sua auto. Non è il classico delitto di camorra: questa l’unica certezza della decisa e caparbia sbirra. Per il resto, amori, tradimenti, fisica medica e farmaci ad alta selettività.

Ma qual è il tema centrale del romanzo?

“L’amore, come sempre, direi”, chiarisce Ferrone. “E con l’amore, il suo consanguineo, l’odio”.

In un contesto che ha dolore e speranza, scienza e tecnologia, politica e ambizioni personali, gli elementi costitutivi più propri: quello della lotta ai tumori. La Fisica Medica e i “Livelli essenziali di Assistenza” (introdotti per decreto dal Ministero della salute non molto tempo fa) disegnano un mondo nuovo e affascinante che presenta tutte le caratteristiche per entrare a gamba tesa in un ambiente consolidato, quello degli interessi economici.

“Sono convinto che le terapie con gli acceleratori hanno un potenziale che i farmaci non hanno. Il futuro è, quindi, nelle particelle pesanti, gli adroni. Più efficaci e precisi, tant’è che hanno risolto uno dei problemi più angosciosi nella guerra al cancro: la distruzione di cellule sane oltre a quelle tumorali. Intorno a questi argomenti si dipana la trama del romanzo”.

Gli acceleratori di particelle sono, allora, il futuro. Ma i sincrotroni costano veramente tanto. Sarà così difficile che entrino nel mercato di contrabbando, come accaduto per i farmaci? L’ispettrice de Asmundiis vuole arrivare fino in fondo alla faccenda, perché la vittima è un ricercatore proprio in questo settore.

Perché basare un giallo su tali argomenti?

“Non ho mai rinunciato nei miei libri alla divulgazione. Sono un docente, e mi piace la responsabilità di fare crescere contenuti e competenze. In fondo, nel mio piccolo, faccio da “levatrice” di cultura. Credo che la Fisica sia la madre di tutte le scienze. Anzi, penso sinceramente, sperando di non sembrare un integralista magari di quelli proprio stupidi, che la Fisica è la Scienza”.

I personaggi che popolano le pagine sono trasfigurazioni sintetiche, in qualche caso sinottiche, di esperienze accumulate nel tempo dall’autore. Napoli come “motore primo” ha anche questo significato.

“Camilla è una personale sfida, vinta o persa non saprei, lo decideranno altri”, continua Ferrone. “Dopo una serie di libri il cui personaggio principale è un commissario di polizia, secondo molti, alter ego di me stesso e, secondo altri, la strutturata occasione di risparmiare bei soldi dallo psicanalista, mi sono chiesto: perché non una protagonista femminile?”. Non una ragazza qualunque, ma una che viene dalla più alta e facoltosa borghesia napoletana con evidenti quarti di nobiltà. Una per la quale la vita, e il lavoro che si è scelto, sono carne e sangue.

“Una decisione rischiosa la mia, certo. Ma anche intrigante. Camilla de Asmundiis è uno sbirro. Ha il coraggio, la determinazione e la cazzimma degli sbirri. E la sua sensibilità di donna è al servizio di chi è stato offeso, derubato, abusato, ammazzato”.

Da uno stralcio del libro:

«Dopo aver ammazzato un cristiano con la patta dei pantaloni aperta, che indubbiamente aveva ben altre intenzioni – di sicuro non quella di farsi sparare, del resto chi l’avrebbe? – porta via il telefonino, pulisce l’interno dell’auto e sta attento a non lasciare impronte all’esterno. Niente male per uno che ha bisogno di quattro colpi per uccidere a una distanza ravvicinata. Qualcosa che ci possa permettere un’analisi del DNA?»

«Direi di no».

Vito Rosario FERRONE

Lucano d’origine. Napoletano di adozione.

Laureato in Ingegneria Chimica. Abilitato alla professione di Ingegnere.

È ordinario di Chimica e Tecnologie chimiche presso l’I.T.I.S. “Elena di Savoia” di Napoli.

Ha al suo attivo esperienze di lavoro nel campo della ricerca applicata, della formazione e della sicurezza industriale.

Ha pubblicato negli anni:

Nucleo centrale, Arduino Sacco Editore; Immobilità centrale, Youcanprint self publishing; Relatività centrale, Arduino Sacco Editore; Assenza centrale, Youcanprint self publishing; Napoli è centrale, Youcanprint self publishing; Centrale, Youcanprint self publishing; Aveva ancora i capelli bagnati, Robin edizioni.

blog: Amici di Lombino

www.lombino.blogspot.com

 

 

Anita Curci