Da Racconti Autentici

 

Pino D’Angiò   

www.pinodangio.com

 

 

                   SAUL

Bisogna darsi da fare …
Muoversi.
E se si è giovani è peggio.
Gli adulti, i vecchi, hanno esperienza.
E poi questo mondo l’hanno fatto loro, lo conoscono.
Ci hanno già vissuto, ci hanno nuotato, dormito, navigato.
L’hanno schivato, frequentato, scelto e costruito.
Ma se sei giovane… è molto peggio.
Bisogna darsi proprio da fare … 
Come ride Saul.
Gli si accendono gli occhi .
Non è un modo di dire .
Diventano sgargianti .
Lui mi porta le valige o il borsone.
Da qui a là.
O altrove.
Non le lascia mai .
Fa il facchino , la guida e il guardiano .
Tutto insieme .
Non sono stato io a scegliere lui .
Lui ha scelto me .
Scacciando gli altri che avrebbero voluto avermi come Cliente-Padrone .
Adesso il mio guardiano-guida-facchino è lui .
E’ un professionista .
Parla quattro lingue , non benissimo , ma sa tutte le parole che servono .
Le usa bene , correttamente .
Inglese , francese , spagnolo e italiano .
Oltre l’arabo naturalmente .
Ho provato a parlargli in francese e in inglese , capisce ride e risponde come fosse un gioco …
Non sbaglia nulla , anche se sceglie frasi semplici da usare .
In pratica , Saul sa almeno una lingua più di me !
Io di arabo non capisco una parola.
Con quelli degli alberghi parla usando il francese , ma sull’ingresso , perché non lo fanno entrare e aspetta in strada che io entri o esca .
Con la gente che incontra e con i negozianti dove mi porta usa l’arabo , ovviamente .
Con me ha cominciato in spagnolo , poi ha capito che ero Italiano e ha cambiato registro in un attimo .
“ Io ti aiuto , faccio fare un buon prezzo per quello che compri , tu vedi che è buon prezzo , vedi altri prezzi poi scegli se il mio è buono … Io ti porto borse e valige poi mando via chi ti chiede i soldi , vieni , vedi , se io sto con te nessuno ti disturba … tu non paghi per me , niente …
Io faccio tutto poi alla fine tu fai il regalo che vuoi …”
Se entro in un Caffè lui non entra , è scalzo e il barista lo scaccerebbe .
Lui aspetta che io beva il tè e poi quando esco si affianca e mi chiede se mi è piaciuto .
Ride contento se gli dico che era buono …
“ Bene ! Bene ! ” commenta con entusiasmo .
Sembra che il tè sia suo , che l’abbia colto lui foglia per foglia.
Qui devi per forza avere un “servitore”… la prima volta che scendi dal taxi ti circondano in venti , trenta , e non ti mollano più . Uno sciame di api operose e fastidiose .
Se vuoi mandarli via devi sceglierne uno .
O uno o tutti . Quindi uno .
Saul spingeva via i concorrenti , mi tirava per mano e sorrideva dicendomi :
“Yo Senor ! Yo Senor !”
E quindi lui .
Al primo mio cenno di cedimento mi ha tolto il borsone di mano e mi si è affiancato .
Borsone pesante .
Ho tentato di riprenderlo dalle sue mani .
“ No Senor , No … Yo Senor !”
Deve portarlo lui .
Se lui porta il tuo borsone gli altri capiscono che ti ha catturato , che ormai sei suo … e non si avvicinano più .
Ok .
Capito .
Adesso mi segue ovunque , aspetta fuori dall’hotel , dal bar , dal ristorante , quando ritorno Saul sorride sempre .
Da due giorni .
E’ sempre lì .
Mi giro e c’è .
E’ anche bello Saul , occhi nerissimi , due olive scure e brillanti … rapidissime .
Magro .
Naso piccolo e perfetto e casco di capelli neri .
Si droga .
Ha tutte e due le braccia piene di buchi .
Violacei ed evidenti , come punture di insetti o piaghe …
Tutte in quel punto là … dove si infila l’ago .
E ride .
Se io sorrido lui sorride .
E’ un professionista , Si .
Forse per lui io rappresento un’altra dose , o forse due …
Si buca e non mangia .
O per lo meno io non l’ho visto mai mangiare .
Comprando noci , datteri e focacce , qui e là , ed assaggiandole , gliele ho offerte …
NO ! Gracias . ( e ride )
Come se non fosse giusto , come se accettare gli togliesse dignità .
Perché Saul ha dignità da vendere .
Cammina dritto come un fuso , o almeno ci prova .
Porta il borsone pesante con orgoglio …
Si piega anche da un lato per tenerlo sollevato .
Se non lo guardo sbuffa dalla fatica .
Non si lamenta e fa finta che la borsa sia leggera o che lui sia fortissimo .
Ogni tanto cambia mano , quando l’altra gli diventa rossa .
Gli ho proposto di portarla in due , un manico ciascuno tenendola al centro tra noi due .
No Senor , No … Yo Senor !
Professionista serio .
E onesto .
Mi porta in un negozio di ceramiche .
Parla col proprietario .
E lui mi fa lo sconto …
Compro cose per diciassette dollari e infine ne pago solo dodici … ( Ma poi … qual’era il prezzo vero ? )
Il proprietario ringrazia.
Saul ringrazia a nome mio .
Tutti ci ringraziamo a turno .
Poi , davanti a me , senza nascondersi , Saul chiede al proprietario la sua mancia .
Mi ha portato lui in quel negozio …
E il tizio gli dà due monete , ma lui ne vuole tre .
Il proprietario cede e ne tira fuori un’altra .
Fuori dal negozio gli porgo un dollaro .
“No senor , no , alla fine tu fai il regalo che vuoi …”
Quelle tre monete erano in tutto un quarto di euro .
E si riparte nel Bazar .
Il borsone si riempie di oggetti vari , diventa sempre più gonfio e pesante .
Saul cammina dritto , non barcolla e sbuffa un po’ .
Ma sembra forte .
Ma non è forte .
Saul ha dieci anni .
Saul è un bambino .
Si buca .
Lavora .
Parla quattro lingue e il suo arabo .
E ride .
Ride davvero .
Adesso avrebbe avuto forse diciott’anni .

A Genova , sbarcato dalla nave , mi viene a prendere un tizio che tutti chiamano “ L’ingegnere ”.
Ha un bel telefonino nuovo .
Che bello !
Forse , però , lo cambia … non gli piace come fa le foto.
Pulsante scomodo .
Posizionato male …( mi spiega infastidito )
Ci vogliono due mani per scattare una foto tenendo bene
ferma l’inquadratura … e non è facile !
Mi dice che è il terzo che cambia quest’estate…
Ma non c’è né uno comodo ! Che cazzo !
Dio , ma dove sei ?
Dov’è che sono ?
Dov’è che siamo.
Fatti vedere.
Almeno.

 

DA RACCONTI AUTENTICI

Pino D’Angiò